Libero adattamento da Aristofane
Il contadino Trigeo, povero e rustico, espressione di quel mondo contadino che caratterizza la cultura greca arcaica, decide di mettere fine alle guerre che devastano i campi e impediscono i commerci. Con l’aiuto di uno scarabeo gigante vuole recarsi da Zeus a esporre le sue lamentele e chiedere una pace duratura.
Giunto in cielo però scopre che gli dèi se ne sono andati e hanno murato viva la Pace perché gli uomini belligeranti non l’hanno meritata. Trigeo però non si arrende e riesce a liberare la Pace, ricevendo da lei il compito di restituire la vista a Pluto, dio della ricchezza.
Possibile che grazie alla redistribuzione della ricchezza si possa ridurre la competitività sociale ed economica, spegnendo per sempre il seme della guerra?
Lo spettacolo: le due commedie di Aristofane sono rispettate nei personaggi, nelle situazioni e nell’alternanza tra registri comici, lirici e di denuncia sociale. L’originalità della drammaturgia consiste nell’innesto tra i due testi che anziché concludersi con un elogio della povertà (intesa come sobrietà di costumi) e della pace (intesa come non belligeranza a vantaggio del commercio) si incontrano tematizzando l’interesse che alimenta la guerra producendo sviluppi inaspettati.